Autismo CagliariE’ un disturbo neurobiologico con esordio nei primi 36 mesi di vita di cui, ancor oggi, non si conoscono ancora con certezza le cause.

Si configura come una disabilità permanente che compare in età infantile e che accompagna il soggetto per tutta la durata della vita.

E’ caratterizzato da un deficit persistente nella comunicazione sociale e nell’interazione sociale (che comprende sia le difficoltà sociali che quelle di comunicazione) e dalla presenza di comportamenti e/o interessi e/o attività ristrette e ripetitive.

Non presenta prevalenze geografiche o etniche e colpiscono maggiormente i maschi rispetto alle femmine in un rapporto di 4:1.

Pur condividendo alcune caratteristiche comuni, le persone con Disturbo dello Spettro Autistico presentano una notevole variabilità individuale nella manifestazione dei sintomi, da una sintomatologia che necessita un lieve supporto ad una sintomatologia che necessita di un supporto significativo. L’espressione dei sintomi e la loro gravità variano nel tempo, a seconda delle richieste dell’ambiente. Questo significa che ogni persona con Disturbo dello Spettro Autistico è unica e le sue caratteristiche variano nel ciclo di vita.

Quanto più precoce è la diagnosi, tanto più tempestivamente si può iniziare un intervento educativo, in grado di ridurre la gravità dei sintomi e migliorare la qualità della vita del bambino con Disturbo dello Spettro Autistico e delle loro famiglie. La diagnosi precoce consente di intervenire in una fase di vita in cui il cervello è dotato di una notevole plasticità.

L’intervento precoce consente pertanto di ottenere migliori risultati sullo sviluppo cognitivo, linguistico, sociale e relazionale e sulle abilità adattive dell’individuo.

Possibili Indicatori del Disturbo dello Spettro Autistico sono:

–Difficoltà ad instaurare il contatto oculare;
– Assenza di risposta al sorriso sociale;
– Assenza di risposte di orientamento a stimoli sonori o al proprio nome;
– Assenza di gesti comunicativi come indicare, salutare con la mano, etc;
– Assenza di comportamenti appropriati per richiamare l’attenzione degli altri;
– Deficit del comportamento imitativo;
– Difficoltà a mettere in atto giochi con altri bambini;
– Reazioni ridotte o esagerate verso stimoli sensoriali;

Nel 2011, l’Istituto Superiore di Sanità ha pubblicato le linee guida nazionali per il trattamento del Disturbo dello Spettro Autistico. Le linee guida forniscono importanti indicazioni sugli interventi basati sull’evidenza per bambini, adolescenti e adulti con Disturbo dello Spettro Autistico.

Gli interventi che si sono rivelati efficaci in numerosi studi scientifici sono :
– i programmi intensivi basati sui principi dell’analisi comportamentale applicata (Applied Behavior Analysis – ABA), in grado di promuovere lo sviluppo delle abilità cognitive (QI), il linguaggio e i comportamenti adattivi;
– gli interventi mediati dai genitori, che possono apprendere dai professionisti attraverso percorsi di parent training ad applicare nella quotidianità delle strategie educative basate sull’ABA,  che li aiutano ad interagire con i loro figli secondo principi che promuovono lo sviluppo delle abilità sociali e che riducono i comportamenti problema.

 

ABA (Applied Behavior Analysis)

E’ l’Analisi Comportamentale Applicata,ovvero una scienza applicata che deriva dall’analisi del Comportamento(Skinner,1953).Quest’ultima ha come oggetto,lo studio delle interazioni psicologiche tra individuo e ambiente e come metodo ,quello scientifico.
L’attenzione dell’ABA è rivolta alla modifica di comportamenti socialmente significativi(abilità scolastiche,sociali,comunicative,adattive) e questo la rende particolarmente adatta ad essere applicata in diversi settori tra cui alle disabilità e in particolare all’ autismo, grazie al suo rigore scientifico e metodologico.

Interventi abilitativi e riabilitativi individuali e in piccolo gruppo basati sui principi dell’A.B.A. (Applied Behavior Analysis) si basano sull’osservazione diretta del comportamento del bambino.
Attraverso osservazioni rigorose, il comportamento viene scomposto in tante piccole unità osservabili in modo che chiunque possa “misurarlo” in termini oggettivi, evitando superficialità ed equivoci sull’interpretazione del comportamento in esame.
L’approccio comportamentale fornisce in questo modo un metodo e delle strategie scientificamente provate, per insegnare, correggere o far scomparire i comportamenti obiettivo. Per analizzare un comportamento, si osserva:

 ció che accade immediatamente prima (antecedente)
• il comportamento stesso (comportamento)
• ciò che accade immediatamente dopo (conseguenza)
• il contesto
 (definito in termini di luogo, persone, materiali, attivitá o momento del giorno) in cui il comportamento si verifica.
“Manipolando” l’antecedente o la conseguenza, il comportamento tenderà ad aumentare, a diminuire, a scomparire o a rimanere costante di frequenza e di intensità, in base all’obiettivo che vogliamo insegnare o correggere.
E’ previsto il ricorso ad una serie di “premi” (rinforzi) che vengono assegnati al bambino, una serie di suggerimenti (prompt) che via via verranno sfumati (fading) e il modellamento (modelling) del comportamento stesso.
L’obiettivo è che il bambino abbia sempre successo, in modo da far aumentare sempre più la sua motivazione a collaborare con il terapista o con il genitore.
Fondamentale in questo approccio è che ogni singola acquisizione venga successivamente generalizzata in ogni ambiente in modo naturale.
Questo approccio prevede delle sessioni di apprendimento e la partecipazione attiva della famiglia, della scuola e di tutte le figure che ruotano attorno al bambino.
Trent’anni di ricerca hanno dimostrato l’efficacia dell’ABA nell’ incrementare i comportamenti sociali positivi,l’apprendimento,la comunicazione e nel ridurre i comportamenti problema.

 

Sistema P.E.C.S.

PECS è l’acronimo di “Picture Exchange CommunicationSystem”, ovvero Sistema di Comunicazione mediante Scambio per Immagini ed è stato sviluppato da Lori Frost e Andy Bondycon l’obiettivo di fornire un metodo di comunicazione alternativa al linguaggio  e aumentativa,in quanto incrementa la capacità dell’individuo di comunicare con l’esterno. Pazienti che possono trarre beneficio dal P.E.C.S. possono essere bambini e adulti con Disturbo dello Spettro Autistico,Sindrome di Rett, Disprassia, ,bambini con ritardo dello Sviluppo Linguistico e in generale tutti coloro che necessitano di uno strumento per comunicare. Le strategie didattiche utilizzate sono interamente basate su principi dell’ABA (Applied Behavior Analysis), che vanno dall’uso di rinforzi motivanti per lo studente a strategie efficaci per la correzione di errori, a formati di lezione vari (discreti, sequenziali) legati al tipo di abilita’ che viene insegnata nelle varie fasi del protocollo.
Tale sistema punta allo sviluppo della Comunicazione Funzionale e della Comunicazione come scambio sociale, attraverso un programma di apprendimento a piccoli passi che comprende 6 fasi(Fasi I – VI).
La prima delle funzioni ad essere insegnata è la richiesta. Si insegna al bambino ad avvicinarsi ad un’altra persona e a dare la carta (pittogramma) di un oggetto desiderato, in cambio dell’oggetto. Dal semplice scambio con l’altro, la comunicazione progredisce gradualmente fino alla capacità di discriminare tra le immagini, all’apprendimento di nomi, verbi, aggettivi. Sempre con il supporto di pittogrammi, si passa poi alla capacità di strutturare semplici frasi.
Le prime due fasi richiedono il lavoro di due adulti, mentre nelle successive è sufficiente il rapporto 1:1. I prompts (gli aiuti, i suggerimenti) consigliati sono quelli visivi o fisici in quanto più facilmente estinguibili rispetto a quelli verbali.
Il PECS non richiede materiali complessi oppure costosi e può essere utilizzato in diversi contesti.
Questo sistema non sostituisce il linguaggio verbale ma aiuta a svilupparlo creando i prerequisiti della comunicazione.

FASI

Fase 1: SCAMBIO
Lo studente apprende a scambiare un’immagine singola per item di interesse.

Fase 2: DISTANZA E INSISTENZA
Sempre utilizzando immagini singole, lo studente apprende a generalizzare questa nuova abilita’ comunicativa utilizzandola in ambienti vari, con persone diverse e a distanza variata dall’interlocutore. Lo studente apprende inoltre a persistere negli scambi comunicativi anche nei casi in cui l’interlocutore sia distratto o ad una certa distanza.

Fase 3: DISCRIMINAZIONE DI IMMAGINI
Il bambino impara a discriminare tra stimoli visivi ed a esprimere una scelta. Le immagini vengono collocate all’interno di un libro di comunicazione (tipo quaderno ad anelli). Si insegna allo studente a portare con se’ questo libro e ad aprirlo per individuare le immagini di cio’ che desidera.

Fase 4: COSTRUZIONE DI FRASI
Lo studente apprende a costruire semplici frasi su una striscia di plastica rimovibile, utilizzando un simbolo per ‘Voglio’, seguito dal simbolo dell’item che vuole richiedere.
Lo studente impara ad espandere le frasi utilizzate aggiungendo aggettivi, verbi e preposizioni.

Fase 5: RISPOSTA ALLA DOMANDA “COSA VUOI?”
Il bambino impara a rispondere attraverso le carte simbolo alla domanda “che cosa vuoi?”.

Fase 6: COMMENTI
Impara a commentare in risposta a domande tipo “ Che cosa vedi? “, “ Cosa senti? “, “ Che cos’e’?”, utilizzando simboli per verbi di inizio frase ( “ Vedo).

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